CAPITOLO PRIMO, DI UNA ESPERIENZA, CHE DIMENTICHERO’, FORSE.

Sono già quindici anni ed era Aprile, dopo la metà.

Ricordo le nostre visite in ospedale, dove ci illudevamo che il nostro amico ce la potesse fare, anche se poi, vedendolo, tornavamo sulla terra e piangevamo di nascosto, in perfetta solitudine.

Tuttavia, mentre noi ci nutrivamo di tutti questi bei sentimenti umani, c’era già chi faceva colloqui per nuovi candidati, che lo sostituissero.

Ora, è vero che la vita deve andare avanti e pure le aziende, che c’è la domanda e pure l’offerta, ma provate a fermarvi un secondo ed a mettervi nei panni di un Malato terminale, che viene a conoscenza del fatto che lo stanno già sostituendo e poi, tirate liberamente le vostre conclusioni.

Il mio, di parere, adesso come allora, è che fu una cosa, diciamo, inopportuna e decisamente squallida.

Ovviamente, poi vennero tutti alla festa per ricordare chi non c’era più, probabilmente per le salamine ai ferri, quando si dice: la faccia come il culo.

Io non dimentico, non mi vendico, ma tengo traccia.

GGA

… è solo l’inizio, al prossimo capitolo e se a qualcuno brucerà il culo, me ne farò una ragione.